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al testo di Emanuela Lazzaro
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Ai primi chiari, i naviganti s’affannano lunghi a cavalcare un po’ i flutti, fra le bettoline, si confondono nel golfo. Mentre i gabbiani dal roco eco fendono così il cielo, un pescatore con la lenza in mano siede lesto in silenzio, alla roccia del Faro indugiando, a legare attese per il giorno che viene. Egli porge l’occhio al minuto, la canna poi s’impenna al breve guizzare d’un pesce. Si fermano intanto i passanti a mirare luci, nel mormorio delle onde e si stringono insieme quando gli spruzzi bagnano gli sguardi disattenti, mentre il sole s’alza a dissipare i sogni. È finita l’alba degli uomini che vivevano da soli quegli anni, quando tra cielo e mare non v’era alcun confine né si spegneva più la voce di chi con il suo lavoro, pescava la fatica d’ogni giorno.
(Al porto di GENOVA) |
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